Lo stesso denaro, pur essendo un pessimo padrone, può diventare un ottimo servo. Ci è stato dato, come tutti gli altri beni della terra, non a nostro esclusivo vantaggio, ma in vista del bene comune, dando la prevalenza ai poveri.
Un uso evangelico è anche segno di intelligenza dei veri valori.
Siamo entrati nell’euro da alcuni anni e non possiamo davvero dire di non essercene accorti. Non è stata infatti una marcia trionfale e nemmeno, ad oggi, risulta un qualche vantaggio concreto generalmente apprezzabile, tranne che per i grandi speculatori finanziari di mestiere e senza scrupoli e ad eccezione dei contributi che Bruxelles destina al nostro Paese, ma che per altro sono di gran lunga inferiori a quanti noi ne versiamo all’Europa.
L’Italia infatti, ogni anno, contribuisce all’Unione Europea con 14 miliardi di euro, per riceverne in cambio 9,2 miliardi, destinati per il 63% al sostegno al settore agricolo, di gran lunga il più finanziato.
Va anche detto, ad onore del vero, che la fede nell’euro non è un dogma, neppure economico, considerato che oltre ad altri insigni studiosi l’hanno messa in discussione premi Nobel dell’Economia come Maurice Allais, Joseph Stiglitz ed oggi lo stesso Paul Krugman.
Era peraltro nota già negli scorsi anni, circa le anomalie in corso, la nota affermazione in campo della cooperazione internazionale che stigmatizzava il fatto che, nel mondo, una persona su due sia costretta a sopravvivere con meno di due euro al giorno mentre le mucche europee, finanziate da Bruxelles, potevano contare su cinque euro di contributi giornalieri.
L’errore principale, perché tale è stato a tutti gli effetti, è stato fare l’Europa della moneta unica senza aver prima costruito un’unione europea vera tra i diversi popoli e gli Stati che la compongono.
Di più, l’aver fatto troppo presto partecipi, di un unico mercato, economie asfittiche post-comuniste, come quelle dell’Est europa, ha portato l’onda d’urto di un’immigrazione incontrollabile, da Paesi nei quali lo stipendio medio di un operaio era un quarto del nostro, alla volta dell’Italia, con gli scompensi sociali e le gravi conflittualità non risolte che ne sono derivate.
Un’unione reale, per essere tale, non può che basarsi su valori comuni e condivisi autentici e la storia d’Europa testimonia che questi valori, grazie anche all’azione fondamentale del monachesimo cristiano, sono stati i valori del Vangelo.
Sono queste le sole e vere radici d’Europa, che sono storicamente radici cristiane e che lobbies potenti di plutocrati e banchieri privati combattono da anni col concorso complice delle loro potenti relazioni istituzionali e politiche.
Il quadro che si evidenzia è infatti quello di legislatori europei che, per oltre il 60%, sono eletti grazie all’azione di élites d’affari e rispondono a logiche di consorterie e interessi di parte.
Sono divenuti oltre 6 milioni gli italiani che nell’arco delle 48 ore non possono consumare un pasto sufficiente; circa 50mila famiglie sono state costrette negli ultimi anni ad abbandonare la propria casa perché impossibilitate a pagare il mutuo; circa 300mila imprese sono fallite perché paradossalmente creditrici di un debitore principale insolvente che è lo Stato; la metà della forza lavoro nel nostro Paese è composta da disoccupati, inoccupati, cassintegrati ed esodati; sono meno della metà i giovani che trovano lavoro, quasi sempre da precari e che, nonostante un maggior gettito fiscale, per effetto del più alto livello di tassazione al mondo, il debito pubblico italiano è aumentato sensibilmente, specie in questi anni ed al contempo il Pil è prossimo allo zero.
Eppure negli ultimi anni siamo stati persino governati da “tecnici” qualificati, non tanto incapaci, sarebbe il colmo, ma principalmente rispondenti a logiche sovranazionali, estranee al bene comune, essendo stati voluti da poteri forti europei col concorso dei vertici nazionali ed essendo stati persino guidati da un Presidente del Consiglio che mentre “giurava” di fare gli interessi dell’Italia era al contempo nel direttivo di Goldman Sachs, di Moody’s, della potente Loggia di governo mondiale che corrisponde al Gruppo Bilderberg, oltre che della Commissione trilaterale, poteri davvero forti, dietro ai quali si cela, malamente, la speculazione finanziaria senza etica e fine a se stessa, che è causa prima del disastro in atto.
E quando è tornato in carica un governo preteso “politico”, che nessuno ha eletto, si è espresso finora secondo programmi di basso profilo retti da un fatuo e stentoreo ottimismo, volti nei fatti a tutelare la grande finanza e le oligarchie di potere.
Sono le persone che guardano con fastidio alla destra ed alla sinistra in politica, già desuete del loro, ma è lecito dubitare che intendano con ciò lasciare spazio e voce non alla politica, ma agli affari che contano ed a chi li rappresenta.
Dobbiamo ribadire un convinto “no” al dogma dell’ineludibilità dell’euro, così come a chi mette al centro il mercato anziché la persona, a chi privilegia e tutela le grandi banche anziché le imprese e le famiglie, a chi deifica la società dei consumi, anziché operare per un autentico benessere sociale.
Al punto 45 dell’enciclica “Caritas in Veritate”, Papa Ratzinger ci ricorda al proposito che: “Rispondere alle esigenze morali più profonde della persona ha anche importanti e benefiche ricadute sul piano economico. L’economia infatti ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento; non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica della persona. […] Si sviluppa una « finanza etica », soprattutto mediante il microcredito e, più in generale, la microfinanza. Questi processi suscitano apprezzamento e meritano un ampio sostegno”.
E’ un doveroso anelito, che parte da lontano e che si basa sugli insegnamenti di Gesù e sul Vangelo, che ci ammonisce circa il fatto che, per gli avidi di ricchezze, sia precluso il Regno dei Cieli. «Hanno già ricevuto la loro ricompensa», dice al riguardo il Signore. I farisei di ogni tempo – anche il nostro ne è pieno! – si ritengono infatti giusti e capaci di servire contemporaneamente Cristo e Mammona, si lodano e premiano tra loro, insignendosi di benemerenze ed attestati che odorano di morte, giustificandolo razionalmente con la separazione tra Chiesa e Stato, tra le proprie convinzioni di fede e la meschinità praticata negli affari di ogni giorno. Ma è chiara ed esplicita la loro condanna: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio» (Luca 16,15).
Non abbiamo scelta, aveva ragione Pascal, siamo chiamati a decidere da che parte realmente stare ed a vivere di conseguenza. Tertium non datur.
Alessandro Piergentili
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