Se quando muore un poeta il mondo intero è più povero, anche senza avvedersene, perché è persa con lui la parte più bella e pura di ciascuno di noi, quando a lasciarci è un uomo libero, a piangerlo sono comunque in tanti. La perdita di una persona dalla mente aperta, amante della verità e della giustizia e capace di cercarla ben oltre logori steccati e stucchevoli appartenenze di comodo, con spirito realmente libero e intelligenza, è una perdita grave per l’umanità cosciente. Giulietto Chiesa è stato un grande personaggio, libero persino di smentirsi, come solo le persone superiori riescono a fare, spinto com’era dalla capacità di leggere, indagare, interpretare e non fermarsi alle apparenze.
Cercava il volto delle persone e guardando loro negli occhi vi leggeva il cuore e la stessa vita, perchè ambiva al vero, al giusto, al bello.
Ora può guardare negli occhi la Verità tutta intera e scoprire che chi l’ha cercata per tutta la vita, contro ogni convenienza sociale e personale, ne sarà infine abbracciato, avvolto e consolato.
A chi resta e, pur da visioni diverse dell’uomo e della società, ne ha condiviso l’anelito di vera giustizia, il compito, stringendo le fila, di continuarne il cammino e le giuste battaglie.
Condivido anch’io l’opportunità di dedicargli il tributo riservato dai cavalieri Templari a chi ne era alleato e, pur non essendo dei loro, ne meritava stima e convinto rispetto: “Il giusto sarà ricordato in eterno, né avrà da temere cattiva fama. A lui dunque perdona, o Dio. E riposi in pace, amen”.
Buon cammino, amico.
Alessandro Piergentili
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